“The Hands – Baruzzi tells me – are an icon of humanity, our thoughts are made concrete through the action of the hand. From handshaking to writing there is our whole story: we live and we evolve thanks to the use of the hands, so much so that in our brain the area dedicated to their movement is larger than the one for language.
The hands I made, from the smallest to the largest, represent the significant frame of the human being – whose contents are the eventualities of life – characterized by a multiplicity of aspects. “
Here are some of the represented themes: the funny hand with finger bread and the Shanghai game; the Ascetic one, orange like the robes of the Tibetan monks, with the addition of textures that testify the difficulties that the ascetic must overcome; the hand Skin under a microscope, an enlargement of the extracellular matrix of healthy skin, something she really cares about ; the White Page for those who want to start over and the Mano Arborea which, in addition to being dedicated to those with a green thumb, is closely linked to Naturarte – contemporary artistic paths in the Lodi area, an exhibition that saw Donatella Baruzzi’s hands exhibited for the first time.
All the Hands are in high-fire ceramic and majolica porcelain, an operation therefore, the one of Baruzzi, of aesthetic excellence as well as of value and content.
(…) “Le mani -mi racconta la Baruzzi- sono un’icona dell’umanità, il nostro pensiero si concretizza attraverso l’agire della mano. Dalla stretta di mano alla scrittura c’è tutta la nostra storia: si vive e si evolve grazie all’uso delle mani, tanto che nel nostro cervello l’area dedicata al loro movimento è più vasta di quella del linguaggio.
Le mani che ho realizzato, dalla più piccola alla più grande, rappresentano la cornice significante dell’essere umano – i cui contenuti sono le eventualità della vita – caratterizzate da una molteplicità di aspetti.”
Ecco alcuni dei temi rappresentati: la mano divertente con il pane per dita e del gioco dello Shanghai; quella Ascetica, arancione come la veste dei monaci tibetani, con l’aggiunta delle texture che testimoniano le difficoltà che l’asceta deve superare; la mano Pelle al microscopio, un ingrandimento della matrice extracellulare della pelle sana, cosa a lei assai cara; la Pagina bianca per chi vuole ripartire da capo e la Mano Arborea che, oltre essere dedicata a chi ha il pollice verde, è strettamente legata a Naturarte – percorsi artistici contemporanei nel lodigiano, rassegna che ha visto per la prima volta esposte le mani di Donatella Baruzzi.
Tutte le Mani sono di ceramica a gran fuoco e porcellana maiolicata, un’operazione dunque, quella della Baruzzi, di eccellenza estetica oltre che di valore e di contenuti.